King Krule “The OOZ” Gas “Narkopop” Mount Eerie “A Crow Looked At Me” Visible Cloaks “Reassemblage” Aldous Harding “Party” James Holden & The Animal Spirits “The Animal Spirits” Jlin “Black Origami” Ryuichi Sakamoto “async” Kendrick Lamar “DAMN.” Grizzly Bear “Painted Ruins” Thundercat “Drunk” Vince Staples “Big Fish Theory” Oxbow “Thin Black Duke” Richard Dawson “Peasant” Protomartyr “Relatives In Descent” Julien … Continua a leggere
PARTY
Il party di Hannah “Aldous” Harding è una festa dell’abbandono e del desiderio. Che poi chi ha detto che ai party si debba andarci per stare bene per forza? Attenzione, non siamo di fronte ad un nuovo caso di slackerwriter, che non ce n’è bisogno. Hannah è del 1990, da Littleton, Nuova Zelanda, la terra di Lorde che ha speso … Continua a leggere
KING KRULE “THE OOZ“
E’ l’anno di “The Ooz”, è l’anno di King Krule, e il ragazzo rappresenta il tempo senza avere la spocchia di sociologo musicale radical chic. Quelli fan tavole rotonde. King Krule invece fa, e basta. E’ un disco del “fare” il suo, e la metafora politica spinta agli eccessi per far risentire i radical chic (razza permalosa per antonomasia), si … Continua a leggere
ECCO, I GRIZZLY BEAR, PER ESEMPIO
I Grizzly Bear son per pochi e per tutti. Per quei tutti che rimasero colpiti da “Two Weeks” e per quei pochi, come me, che ritengono sia invece con questo “Painted Ruins” che i Grizzly Bear han raggiunto l’apice della carriera. La scena di Brooklyn è stata talmente vasta e fondamentale che alla lunga il fatto sia lentamente scemata non … Continua a leggere
CHIEDI CHI ERANO GLI U2
Come ve li immaginavate gli U2 nel 2017, una trentina di anni fa? Era l’anno di “The Joshua Tree” e i dublinesi comandavano il mondo. Si erano caricati sulle spalle gli anni ottanta quel 13 Luglio del 1985 a Londra, con Bono che scala l’impalcatura a Wembley, issandovi una bandiera bianca mentre le note di “Bad” riempiono le case di … Continua a leggere